Agosto è il mese per antonomasia dedicato all’osservazione delle stelle; al mare o in montagna il cielo estivo attira magneticamente a sé lo sguardo, con la speranza di avvistare almeno una stella cadente.
I corpi celesti che chiamiamo stelle cadenti sono in realtà meteoroidi, piccoli frammenti di asteroidi o comete che vagano nello spazio interplanetario e che, entrando a gran velocità in atmosfera, bruciano in un processo chiamato ablazione.
Questo fenomeno avviene durante tutto il corso dell’anno, ma in alcuni periodi si intensifica, prendendo il nome di sciami meteorici. Lo sciame che possiamo osservare nel mese di agosto è quello delle Perseidi, così chiamato in virtù della costellazione da cui sembra provenire, in questo caso quella di Perseo.
Le responsabili degli sciami meteorici sono nella maggior parte dei casi le comete, corpi celesti composti prevalentemente da ghiaccio, polvere e roccia che compiono lunghe orbite ellittiche. Durante il passaggio vicino al sole una parte del loro nucleo cambia stato formando una coda gassosa, in un processo che prende il nome di sublimazione, e rilasciano del materiale che rimane nello spazio nei pressi dell’orbita della cometa. Quando la Terra attraversa la scia dei detriti assistiamo quindi agli sciami meteorici, ovvero lo spettacolo delle stelle cadenti. I frammenti che attraversano l’atmosfera terrestre sono molto piccoli e non pericolosi, in quanto si disintegrano prima di raggiungere il suolo; maggiore sarà la loro dimensione più il fenomeno sarà evidente.
Le perseidi originano dai frammenti della cometa Swift-Tuttle (dai nomi degli scienziati che per primi l’hanno identificata) che periodicamente -ogni 133 anni- è visibile dalla Terra. È stato un italiano, Giovanni Schiaparelli, a mettere in relazione proprio questa cometa con l’origine dello sciame meteorico estivo.
Difficile da osservare a occhio nudo, ma evidente in fotografia o attraverso la spettroscopia, è la varietà dei colori che possono produrre le stelle cadenti a seconda degli elementi di cui sono composte.
Le stelle cadenti nella storia e nella cultura popolare
Fin dall’antichità osservare il cielo è stato fondamentale per orientarsi nel tempo e nello spazio, ma la volta celeste è stata anche oggetto di numerosi miti e leggende. La Natura era considerata fissa e immutabile, per questo motivo una manifestazione improvvisa e apparentemente estemporanea come quella delle stelle cadenti veniva interpretata come presagio di sventura o come simbolo benaugurale, a seconda delle civiltà.
In Cina si pensava che avvertissero di un pericolo per l’imperatore e, più in generale, erano considerate presagi infausti in quanto simbolo del pianto delle divinità. Nonostante l’interpretazione spirituale l’astrologia cinese ha registrato le stelle cadenti e le comete come eventi astronomici ricorrenti già dal VI sec. A.C.
Per i Persiani erano demoni in fuga che sarebbero stati sconfitti dalla stella Sirio per mantenere l’ordine universale.
Nella Grecia antica rappresentavano il corpo di Fetonte, figlio del dio Apollo, che nel tentativo di guidare il carro del sole di suo padre perse il controllo dei cavalli, causando gravi danni in tutto il mondo sconosciuto. Dovette così intervenire Zeus, che lo uccise scagliando un fulmine, e il ragazzo cadde dal cielo in una striscia infuocata proprio come una stella cadente.
Per la città-stato di Sparta avevano una connotazione politica: ogni nove anni veniva scrutato il cielo in quanto le stelle cadenti erano ritenute simbolo di sfiducia nei confronti degli attuali governanti da parte delle divinità.
Sia per i Greci che per i Romani erano inviate dal dio Priapo, protettore della Natura e simbolo della fecondità maschile, e simboleggiavano la fertilità della terra, più erano abbondanti migliore sarebbe stato il raccolto dell’anno successivo. A Roma il 10 agosto si festeggiavano le Larentalia, una festività in onore di Acca Laurentia, una divinità a cui sono legate numerose leggende che ruotano intorno alla fondazione della città e che divenne la protettrice del focolare domestico e della fecondità.
Nella tradizione cristiana le stelle cadenti vengono chiamate “lacrime di San Lorenzo”, in quanto rappresenterebbero le lacrime del santo martirizzato sui carboni ardenti. Forse l’assonanza con Acca Laurentia fu alla base della transizione di questa data dai festeggiamenti pagani a quelli cristiani.
Dove e quando osservarle?
Per osservare al meglio le stelle cadenti è opportuno scegliere un luogo con uno scarso inquinamento luminoso, lontano dalle città, al mare o in altitudine in montagna, e direzionare lo sguardo verso Nord-Est.
Lo sciame delle perseidi non è ammirabile soltanto nella canonica Notte di San Lorenzo, anzi, è possibile osservarlo nel periodo che va dal 17 luglio al 24 agosto circa. Quest’anno la notte in cui lo sciame sarà più intenso è quella del 13 agosto, ma oltre al picco tanto dipende anche dalla fase in cui si trova la luna, in quanto la luna piena rende meno visibili le stelle cadenti.
Il nove e il dodici agosto potrete venire in escursione con me per ammirare questo spettacolo celeste e ascoltare storie e leggende sotto un cielo prodigioso!