Polenteria La Ramasse

Difficile trovare in giro posti così speciali, dove cucina e bei modi di fare si mescolano insieme in un paiolo di rame, cotti lenti lenti. Da qui ne esce una polenta dorata e cremosa di quelle che solo a La Ramasse potrai provare. Dove siamo? Nel Comune di Moncenisio!

Già da molti anni il valico del Moncenisio era utilizzato come punto di passaggio tra la Francia e l’Italia. Attraversare il valico era un’impresa ardua e difficoltosa, soprattutto nei mesi invernali, la parte più divertente ed emozionante della traversata era la veloce corsa con le slitte.

I passanti provenienti dal Piemonte arrivavano qui e accolti dai “Marrons” venivano guidati a gran velocità giù fino a valle dopo averli assicurati alle slitte in legno le ramasse.

E da qui che prende il nome il Ristorante Polenteria, “La Ramasse”.

Questo locale si trova nel comune di Moncenisio, il più piccolo comune d’Italia, dove il tempo sembra essersi fermato per davvero. Tra le antiche case in pietra che si affacciano sul torrente Cenischia, il campanile ed il piccolo municipio, non potrete far a meno di notare un comignolo sempre acceso.

Entrate decisi perché quello che vi aspetta oltre quella porta è qualcosa che difficilmente vi capiterà di trovare ancora.

Ad accoglierci Marco, l’oste de La Ramasse e sua moglie Laura, la mano d’arte in cucina.

Subito ci siamo sentiti come a casa, con la piccola differenza che una polenta così buona noi non saremmo mai in grado di rifarla.

Negli alpeggi della Val di Susa la polenta è un piatto immancabile da generazioni, insieme alla bagna cauda è una delle pietanze che non mancavano mai sulle tavole dei muntagnin valsusini. Veniva consumata d’estate, quando si tornava dal pascolo e si era affamati, la si preparava al mattino lasciandola bella densa ed una volta pronta veniva rovesciata su di un piano di legno e fatta raffreddare. Subito dopo si lavoravano delle palline con le mani, si inseriva un toc ed tuma o burro di montagna all’interno e si cuocevano lenti sulla brace del camino.

Una volta rientrati, il pranzo era pronto, immaginatevi la bontà!

Laura e Marco de La Ramasse utilizzano per le loro polente gli antichi mais piemontesi come il Pignoletto Rosso di un bel colore arancio acceso e l’Ottofile chiamato così per il numero di file di chicchi, otto appunto di colore giallo arancione intenso.

Il mais Otto File non ha subito nessun tipo di alterazione genetica, rimanendo esattamente come quello di una volta. Viene coltivato con metodi naturali che ne rendono difficile la coltivazione ed in seguito viene macinato a pietra per ottenere una farina integrale che trattiene inalterato sapore, profumo e genuinità.

Una polenta con mais a otto file rende le polenta un passo avanti rispetto alle altre.

L’Ottofile rosso viene definito mais del Re in quanto fu Re Vittorio Emanuele II ad imporne la semina. Prende il nome dalla caratteristica specifica di avere una pannocchia con otto file di chicchi dalla forma arrotondata di colore arancio, molto ricchi di amido e proteine.

Con l’arrivo in Italia dei mais ibridi americani, di resa superiore al doppio ma di qualità inferiore, questa varietà autoctona è stata praticamente abbandonata, rimangono solo più pochissime coltivazioni di qualche caparbio contadino.

Quella de La Ramasse è decisamente una delle polente migliori che abbiamo mai mangiato! Particolare, gustosa, che si scioglie in bocca. Da mangiare a forchettate anche senza condimento tant’è eccezionale.

É servita con grande maestria da Marco e cucinata in maniera “lenta” molto lenta, sotto gli occhi attenti di Laura, che vi stupirà anche con altri piatti cucinati a regola d’arte sempre utilizzando ingredienti genuini e materie prime del posto (e non parliamo del suo pane… che è qualcosa di straordinario).

Il menù degustazione prevede tagliere con selezione di salumi e affettati con Tris di antipasti tradizionali che cambiano a seconda della reperibilità degli ingredienti, potrete trovare tomini, blu del Moncenisio e Peperoni con salsa tonnata, Polenta con sugo di salsiccia o spezzatino + Polenta concia (o polenta con selvaggina), un piatto così semplice all’apparenza ma che fa cantare le papille gustative.

Per finire il dolce e uno speciale della casa: “Il percorso benessere” o “comunione” un’esperienza mistica che ti consigliamo davvero di non perdere.

A coronare il tutto l’atmosfera di allegria, con Marco che ci ha regalato un pomeriggio spensierato tra chiacchiere e risate e l’ottima cucina di Laura. Non cercate di fare richieste “strane” o scontate… lasciatevi guidare da loro in questo viaggio culinario tra prodotti del territorio alla scoperta della polenta con la P maiuscola.

Come arrivARE

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