Da tanti anni settembre per me significa bramito, e bramito significa escursioni su escursioni dedicate all’avvistamento e all’ascolto dei cervi in amore! Il bramito infatti è il verso che emettono i maschi di questa specie per affermare la propria superiorità sugli altri contendenti e per attrarre le femmine in estro.
Chi è il cervo? caratteristiche e habitat
Il cervo è un animale imponente, il più grosso ungulato (dal latino ungulatum, provvisto di unghie) presente sulle alpi: le femmine pesano sui 60/90 kg, i maschi possono arrivare ai 200 kg e la loro dimensione è resa ancora maggiore dagli imponenti palchi che ne permettono la distinzione dalle femmine. È credenza diffusa che i cervi posseggano le corna, ma le strutture che portano sul capo si chiamano invece palchi e ne differiscono per diversi motivi. Le corna crescono al crescere dell’animale, sono composte da cheratina (lo stesso materiale di cui sono fatte le nostre unghie e i nostri capelli) e accompagnano l’individuo per tutta la vita; stambecchi e camosci possiedono le corna. I palchi sono strutture ossee che ogni anno cadono e ricrescono, e sono tipiche di cervi e caprioli.
Il mantello è fulvo, più rossiccio in estate e più grigio in inverno, con uno specchio anale bianco nella parte posteriore del corpo. I piccoli alla nascita presentano una pomellatura che li aiuta a mimetizzarsi nella vegetazione, in quanto le madri durante la giornata li lasciano nascosti fra rocce e arbusti e tornano da loro per allattarli diverse volte al giorno. Capita sovente che persone inesperte li prendano credendoli abbandonati, creando così un grave danno alla madre e al piccolo. Se vi dovesse capitare di incontrare un piccolo di cervo o di capriolo nascosto nell’erba sarà importante non toccarlo e allontanarvi velocemente senza disturbarlo!
A seconda del periodo dell’anno sfrutta alimenti diversi, da graminacee e leguminose a ghiande e bacche, e in inverno scorteccia latifoglie e conifere lasciando segni di presenza caratteristiche; un cervo adulto assume circa 10-15 kg di alimento al giorno.
L’habitat preferito dai cervi è quello in cui sono presenti anche zone boschive in quanto sono animali molto sensibili al disturbo antropico; è possibile vederli in grandi prati in altitudine intenti a nutrirsi, ma non vi capiterà di incontrare animali facili da avvicinare a distanze ravvicinate, come invece capita per gli stambecchi.
Un po’ di storia
Quella del cervo è una storia di ritorno, come quella di tante delle specie che oggi popolano le Alpi. A inizio ‘900 le Alpi Occidentali erano densamente abitate, disboscate, coltivate, pascolate e senza la presenza di tanti degli animali che oggi riteniamo iconici. Gli stambecchi resistevano solo nel parco del Gran Paradiso, caprioli, cervi e cinghiali erano estinti, i camosci erano rarissimi; i motivi erano la persecuzione diretta e la perdita dell’habitat. Nella seconda metà del secolo vi sono state delle migrazioni naturali dai paesi confinanti e sono state fatte delle reintroduzioni a opera delle province. Anche i cervi sono stati riportati in Piemonte, il primo punto di rilascio è stato il parco del Gran Bosco di Salbertrand in Val di Susa, e da lì i cervi si sono riprodotti e hanno riconquistato le vallate limitrofe. Oggi la presenza del cervo in Val di Susa è ben distribuita, e dopo un periodo di forte incremento oggi la popolazione si è stabilizzata grazie al ritorno naturale del lupo alla fine degli anni ‘90, di cui i cervi sono una parte importante della dieta.
Perché il bramito?
La struttura sociale è di tipo matriarcale, gli animali vivono in branchi divisi per sessi, con femmine e i giovani dell’anno precedente da una parte e gruppi di maschi da un’altra; in inverno, in caso di carenza alimentare, si possono mescolare i vari gruppi dando origine a raggruppamenti di decine di individui. Anche nel periodo degli amori, compreso fra settembre e ottobre, si mescolano i sessi: i maschi si dividono e ognuno tenterà di conquistare un gruppo di femmine -che prende il nome di harem- che difenderà dagli altri maschi; gli sfidanti si fronteggiano a suon di bramiti ma possono facilmente arrivare allo scontro diretto! Il suono del bramito è indescrivibile, un ruggito primordiale che rimbomba per le montagne; sabato 16 e domenica 24 settembre potrete venire in escursione con me per ascoltare bramiti e avvistare cervi!
Osservare ma non disturbare!
Durante il periodo degli amori, se si conoscono le giuste zone, è relativamente facile avvistare i cervi, ma è bene tenere a mente alcune indicazioni fondamentali. Come prima cosa dobbiamo sempre ricordarci che la natura non è uno zoo, per quanto l’incontro sia probabile non sarà mai certo, ma se sapremo osservare con attenzione potremo trovare molti segni di presenza degli animali passati su quel sentiero prima di noi: escrementi, tracce, brucature, scortecciamenti, marcature… Tutti segni che ci racconteranno chi abita sulla montagna che stiamo attraversando e ogni incontro che potremo fare avrà la bellezza della vita libera e selvatica. In secondo luogo dovremo prestare il massimo rispetto agli animali, che sono spesso refrattari alla nostra presenza, e fare ancora più attenzione del solito durante il periodo degli amori, periodo in cui gli animali sono maggiormente sensibili (i maschi di cervo possono perdere decine di chili di peso in pochi giorni in quanto rinunciano persino a mangiare nel tentativo di conquistare prima e non perdere poi il proprio harem di femmine). Purtroppo capita sovente in alcuni luoghi divenuti famosi per il bramito di assistere a comportamenti umani di grave disturbo ai danni dei cervi (e non solo). Tenendo a mente queste indicazioni fondamentali vi auguro una buona stagione di bramiti e di cervi!