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Canestrelli le origini
Un tempo “canestrello” era sinonimo di “festa”. Non tutti possedevano la piastra in ghisa per la cottura di queste deliziose cialdine e quindi, i pochi fortunati ad averla, dovevano spartirla con il vicinato. Anche per questo motivo non era un dolce che veniva prodotto e consumato di frequente, ma solo nelle occasioni di festa: solitamente a San Pancrazio (12 maggio) e a Santa Margherita (20 luglio) (ma a quest’ultima mica sempre perché già si facevano le cipolle ripiene!). Li si conservava in scatole di latta, per farli “durare di più”, aspettare un altro anno per farne una doverosa scorpacciata era davvero troppo, eh si, perché una volta nessuno li vendeva, ognuno si faceva i suoi, chiedendo in prestito la piastra, ma nei negozi no, non si trovavano.
Ci troviamo in Val di Susa, precisamente a Vaie (Vaje in piemontese), un comune a metà della Valle di Susa posto a ridosso del Monte Pirchiriano sul lato ombroso della valle, terra di castagneti dove viene coltivato il famoso marrone della Val di Susa e patria del canestrello.
Da alcuni anni la festa primaverile di San Pancrazio è l’occasione per promuovere il canestrello, conosciuto dai valligiani già dal medioevo, si tratta di un biscotto tondo, a trama reticolata, dorato, friabile e con un inconfondibile aroma di limone.
L’impasto per i canestrelli vaiesi è una “pastafrolla sbagliata”, sbagliata perché il burro viene fuso, prima di essere mescolato a farina, zucchero e uova; a completare la magia un pizzico di lievito e un’abbondante grattugiata di scorza di limone che conferisce al biscotto quell’aroma tipico voluto proprio dalla ricetta tradizionale. Il canestrello, che la ricetta tradizionale lo vuole appunto accompagnato dalle note profumate del limone, è prodotto oggi anche in altre varianti: gianduja, nocciola e miele sono solo alcuni dei gusti con cui puoi trovarlo.
L’impasto ottenuto dalla lavorazione degli ingredienti risulta morbido e liscio, facilmente lavorabile con le mani per formare delle palline che vengono poi schiacciate e cotte nella piastra in ghisa che ne conferisce la tipica forma reticolata. Il nome, dal dialetto canesterlè, significa proprio “formare un reticolo”.
Il Canestrello di Vaie è tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionale della Regione Piemonte, ed è marchiato anche Prodotti della Valle di Susa.
Non ti sarà difficile trovarlo nelle panetterie della valle, quindi quando vieni in Val di Susa per una vacanza, non farti scappare l’occasione di assaggiare questa golosità. Noi ne andiamo letteralmente pazze e approfittiamo sempre della fiera di San Pancrazio per fare scorta. Ti invitiamo a passeggiare per Via Roma, quì, dove nacquero le prime panetterie che iniziarono a produrre e vendere il canestrello quì, dove – soprattutto a San Pancrazio – si respira un profumo avvolgente di biscotto dal quale difficilmente riuscirai a sfuggire indifferente.
La ricetta dei canestrelli di Vaie
- Tempo di preparazione: 2-3 h
- Per 6 persone
- Ricetta tipica: vaiese
Ingredienti
- 1Kg di farina 00
- 6 uova
- 600g di zucchero
- scorza di 4-5 limoni (solo la parte gialla)
Procedimento
- Sciogliere il burro in una pentola a fuoco lento e mescolare, lontano da fuoco, lo zucchero, le uova, le bucce di limone (solo la parte gialla) e la farina.
- Aggiungere il lievito e l’olio, mescolare.
- Lasciare riposare per 12 ore.
- Scaldare, possibilmente su una stufa a legna, l’apposita piastra a tenaglia per la cottura dei canestrelli.
- Sistemare le palline di impasto, chiudere lo stampo e cuocere avendo cura di regolare la cottura, girando la piastra, su entrambi i lati. Un tempo ungevano lo stampo con una penna di gallina e l’olio tra una carica e l’altra
(oggi va bene anche uno spray )